Al via i mondiali di Qatar 2022

Dal 20 novembre al 18 dicembre si disputa Qatar 2022, la nuova edizione del campionato del mondo di calcio. Ripercorriamo insieme la storia di questo evento sportivo, tra i più seguiti al mondo, attraverso i Decenni e le grandi opere di Federico Motta Editore.

I mondiali di Qatar 2022

Con la partita inaugurale del 20 novembre, vinta dall’Ecuador contro il Qatar, si è aperta la 22° edizione dei campionati del mondo di calcio. Anche quest’anno, per la seconda edizione consecutiva, la Nazionale italiana purtroppo non parteciperà al torneo, avendo mancato la qualificazione. Un risultato che ha lasciato l’amaro in bocca ai tifosi, soprattutto dopo i successi agli Europei. Ma per gli amanti del calcio ci sarà comunque l’occasione di vedere sul campo alcuni dei migliori giocatori a livello mondiale. Inoltre, per la prima volta il campionato del mondo non si svolge in estate ma nel tardo autunno: una scelta dettata dalle condizioni climatiche del Qatar. Giocare in estate infatti, con il caldo rovente, avrebbe rappresentato un rischio per la salute dei giocatori. Ma vediamo ora più da vicino la storia di questa competizione sportiva, una delle più seguite dal pubblico.

Mondiali di calcio: una storia lunga 88 anni

Quello di Qatar 2022 è  il 22° campionato del mondo di calcio nella storia della FIFA, l’organizzazione che riunisce tutte le federazioni calcistiche del mondo. L’idea di disputare un campionato mondiale risale al 1929, quando il presidente della FIFA era il francese Jules Rimet. La prima edizione si tenne quindi nel 1930 in Uruguay e fu vinta dai padroni di casa. Da allora molte altre Nazionali hanno alzato al cielo l’ambito trofeo, e tutte le statistiche si possono trovare sui Decenni di Federico Motta Editore. Il record appartiene al Brasile con 5 vittorie. Al secondo posto, con 4 successi ciascuna, ci sono l’Italia e la Germania (3 come Germania Ovest e 1 come Germania). Un’ultima curiosità: solo un allenatore è riuscito a vincere due edizioni consecutive, ed era un italiano. L’impresa è riuscita infatti a Vittorio Pozzo, commissario tecnico dell’Italia ai mondiali di Italia 1934 e Francia 1938.