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250 anni fa nasceva Jane Austen

Ritratto di Jane Austen

Jane Austen nasceva 250 anni fa, il 16 dicembre 1775 a Steventon, un piccolo villaggio dell’Hampshire, in una famiglia colta, ma priva di grandi mezzi economici. È in questo contesto, apparentemente marginale, che la giovane scrittrice inglese compie una vera rivoluzione della scrittura letteraria.

Jane Austen: una voce originale nella letteratura inglese

Jane Austen inizia a scrivere in un’epoca dominata dal romanzo sentimentale e gotico, ma sceglie una strada diversa: rinuncia agli eccessi melodrammatici per concentrarsi sull’analisi dei caratteri, dei comportamenti e delle dinamiche sociali.

Così scrive Lucia Rodler in un saggio dedicato alla letteratura femminile ottocentesca e pubblicato nel volume dell’Ottocento di Historia – Storia della civiltà europea.

Nel corso del secolo l’Inghilterra è forse il Paese che tollera meglio le donne scrittrici, anche perché esse si addentrano solo nella sfera del privato e nell’intimità della vita domestica, seguendo la cronaca di vicende amorose scandite dalle fasi del corteggiamento e culminanti nel matrimonio. “Tre o quattro famiglie in un villaggio di campagna, questo l’argomento su cui lavorare”, così Jane Austen definisce il cronotopo “provinciale” dei suoi romanzi di “formazione”, pubblicati in Inghilterra a partire dal 1811. Ragione e sentimento e Orgoglio e pregiudizio – due tra i novel più fortunati – narrano il rapporto problematico tra una o più identità individuali in fase di maturazione (signorine assennate, ragazzine sventate, timide ereditiere) e il mondo esterno, ritratto con un sense of humor tale da prefigurare la tonalità dickensiana: madri ciarliere, ufficiali affascinanti, governanti fedeli, qualche pericoloso villain a caccia di dote, reverendi pedanti, padri di poco cervello, giovani innamorati e compìti che, tra cene, balli e riunioni, partecipano delle infinite variazioni della “sensibilità”. Alla fine, in questo minuscolo mondo borghese, il matrimonio segnala l’avvenuta integrazione del personaggio nella società: questo il destino di Elisabeth in Orgoglio e pregiudizio, testo straordinario per l’equilibrio della struttura narrativa e la cristallina precisione della scrittura.

 

La grandezza di Jane Austen e l’emancipazione femminile

Pubblicati inizialmente in forma anonima, i suoi libri non ebbero subito un successo clamoroso, ma conquistarono lettori attenti e fedeli. Oggi Jane Austen è riconosciuta come una delle fondatrici del romanzo moderno, capace di trasformare storie apparentemente semplici in ritratti universali dell’animo umano.

Infatti la grandezza di Jane Austen risiede non solo nella perfezione formale dei suoi romanzi, ma anche nella forza innovativa del suo sguardo sulle donne e sulla società. In un’epoca in cui alle donne era concesso uno spazio limitato, Austen costruisce protagoniste intelligenti, autonome nel pensiero e capaci di mettere in discussione le aspettative che gravano su di loro.

Elizabeth Bennet, Elinor Dashwood o Anne Elliot, le sue indimenticabili protagoniste, non sono eroine passive: riflettono, giudicano, sbagliano e imparano, rivendicando il diritto di scegliere secondo coscienza e non solo per convenienza. Pur muovendosi entro i confini sociali del suo tempo, Austen li critica dall’interno, mostrando come il matrimonio, spesso presentato come unica realizzazione possibile per una donna, possa diventare una prigione se privo di rispetto e affinità intellettuale. La sua scrittura afferma con discrezione ma fermezza il valore dell’educazione, dell’intelligenza e della dignità femminile. Senza proclami, Jane Austen anticipa temi centrali dell’emancipazione: l’indipendenza di giudizio, la critica alla dipendenza economica e il rifiuto di un destino imposto. È proprio questa combinazione di eleganza narrativa e profondità etica a rendere la sua opera ancora attuale, capace di parlare ai lettori contemporanei e di offrire un modello di libertà conquistata attraverso la consapevolezza e la parola.