,

Umberto Eco, la semiotica e il fumetto

Il fumetto è uno dei generi più amati dai lettori di oggi, soprattutto tra i più giovani. Ormai il genere ha una sua riconosciuta dignità artistica, ma non è sempre stato così. Uno dei primi studiosi a studiare seriamente il fumetto dal punto di vista analitico fu Umberto Eco nei suoi studi di semiotica. Ripercorriamo qui l’origine del fumetto attraverso le informazioni contenute in Historia, diretta proprio da Eco, e ricordiamo gli studi del grande filosofo sulla semiotica applicata ai media.

Dalle strisce umoristiche ai comic book

Tutto è cominciato nel 1896, quando Richard F. Outcault introdusse per la prima volta il baloon nella sua serie The Yellow Kid. Il baloon non è altro che la nuvoletta in cui sono scritti i pensieri e le parole del personaggio. Ma questa non era la sola novità: se prima le vignette satiriche mostravano un’unica scena, a partire dal 1896 iniziarono a essere pubblicate sequenze di vignette. In questo modo si poteva raccontare una storia e i disegni acquisivano più movimento. Nel 1907 nacquero le strisce umoristiche, che avevano la tendenza di proseguire la stessa storia da un giorno al successivo. Come ricordato nel saggio pubblicato su Historia di Federico Motta Editore dalla striscia comica si passò poi ai fumetti non umoristici: Tarzan, del 1929, inaugurò il filone avventuroso. Negli anni Trenta nacquero infine i comic book, pubblicazioni periodiche dedicate esclusivamente ai fumetti.

Umberto Eco, la semiotica e la cultura di massa

Nei suoi studi di semiotica Umberto Eco ha spaziato in diversi campi della comunicazione, compresa la cultura di massa. In una recente intervista, lo scrittore Gianrico Carofiglio ha ricordato l’innovativo approccio di Eco nei confronti del fumetto: il dotto professore non esitava a definire «poeta» C.M. Schulz, il papà dei Peanuts. Si infrangeva così una divisione fino ad allora considerata canonica, quella che separava la cultura “alta” da quella “bassa”. Eco ha così spaziato in vari campi, studiando non solo classici del pensiero e della letteratura, ma anche personaggi televisivi, supereroi e romanzi polizieschi. Saggi che all’epoca erano all’avanguardia e che ancora oggi sono considerati dei capisaldi degli studi di comunicazione.