I vaccini il loro valore nella storia

In queste settimane è iniziata, in Italia come in altri paesi, la campagna vaccinale. Finalmente sembra esserci una speranza per la fine della pandemia e il ritorno alla normalità. Fin da quando sono nati alla fine del Settecento, in vaccini hanno rivoluzionato la storia della medicina e degli studi di immunologia. Anche di questo parla il saggio Sviluppo e difese dell’organismo di Gilberto Corbellini sull’Età moderna di Federico Motta Editore. Al valore dei vaccini e alla loro importanza nella storia dedichiamo questo articolo.

La scoperta dei virus

Già nell’antichità i medici avevano osservato che, quando un paziente prendeva una malattia e poi ne guariva, aveva meno probabilità di contrarre lo stesso male. Tuttavia poco o nulla si sapeva sulle cause e sui meccanismi di trasmissione delle malattie. Il primo vaccino però vide la luce nel 1776, quando Edward Jenner diffuse in Inghilterra il vaccino contro il vaiolo. Il farmaco era ricavato da bovini infetti, ma ancora non si sapeva dell’esistenza dei virus, troppo piccoli per essere osservabili al microscopio. Questi furono scoperti solo nel 1892, quando Dimitri Ivanoskij osservò come il mosaico, una malattia del tabacco, si trasmettesse da una pianta all’altra nonostante fossero separate da filtri in grado di bloccare i batteri. Infine fu Martinus Willem Beijerinck a scoprire, nel 1898, che la causa era un agente più piccolo di un batterio, cioè un virus. Beijerinck riuscì infatti a isolare il virus del mosaico, il primo a essere individuato.

I vaccini nella storia

Ma torniamo ai vaccini, di cui parla anche Corbellini nel suo saggio pubblicato da Federico Motta Editore. Al valore dei vaccini è riconosciuta infatti grande importanza. Padre della moderna microbiologia è considerato il chimico francese Louis Pasteur. Interessatosi all’immunizzazione indotta dai vaccini, e convinto che le malattie fossero dovute a microrganismi, ipotizzò che si potesse diventare immuni a una malattia dopo un contatto con un agente patogeno non letale. Nel 1879 scoprì quindi che i germi patogeni attenuati potevano essere impiegati per immunizzare i pazienti. Pasteur riuscì così a sviluppare vari vaccini, coltivando in laboratorio dei bacilli attenuati. Il suo risultato più importante fu però il vaccino contro la rabbia, sviluppato nel 1885. I vaccini, come si diceva, hanno avuto un ruolo importante nella storia della medicina. Il vaiolo, per esempio, è ormai eradicato dalla popolazione. La poliomielite, invece, è stata una malattia epidemica fino agli anni Sessanta, quando fu vara una vaccinazione su scala globale con il vaccino scoperto da Albert Sabin.