Eurovision Song Contest 2024

L’Eurovision Song Contest 2024 si è concluso con la vittoria del cantante svizzero Nemo, con il brano The Code. Settima posizione per Angelina Mango, già vincitrice di Sanremo, con La noia. La kermesse europea, nata ispirandosi al Festival di Sanremo, è un’interessante vetrina per scoprire alcune delle tendenze in voga nella musica pop contemporanea. Ma come è cambiata la musica, e soprattutto come è cambiata la modalità di ascolto negli ultimi decenni? Ne parla Luca Marconi nel saggio L’ascolto musicale su L’età moderna di Federico Motta Editore.

Il saggio L’ascolto musicale di Luca Marconi su L’età moderna di Federico Motta Editore

Breve storia dell’Eurovision

L’Eurovision Song Contest 2024 è stata la 68° edizione del festival europeo della canzone. La prima edizione si tenne nel 1956, fondato da Marcel Bezençon, all’epoca direttore dell’Unione europea di radiodiffusione. Pochi però sanno che tra i padri c’è anche un italiano: Sergio Pugliese, un dirigente RAI che suggerì a Bezençon di creare un concorso canoro sul modello del Festival di Sanremo, ma di dimensioni europee. Tra il 1956 e il 2024 l’Eurovision Song Contest ha premiato alcuni nomi celebri del panorama musicale internazionale, come Céline Dion e gli ABBA. Per tre volte, inoltre, il premio è andato ad artisti italiani: Gigliola Cinquetti, Toto Cutugno e, più di recente, ai Måneskin.

Come è cambiata la musica

Nel Novecento anche la musica ha conosciuto profonde trasformazioni. In particolare la possibilità di registrare l’audio ha generato un nuovo modo di ascoltare musica. Se all’inizio del XX secolo le registrazioni erano considerate solo testimonianze di un’esecuzione, ben presto la nuova tecnologia ha aperto nuove soluzione espressive. Iniziarono infatti a nascere composizioni pensate specificamente per l’incisione discografica. Dice Marconi nel suo saggio sull’Età moderna di Federico Motta Editore:

La condotta d’ascolto dei supporti musicali si è sviluppata parallelamente all’elaborazione delle tecnologie di trattamento dei suoni in essi contenuti, i quali sono risultati sempre più diversi da quelli udibili dal vivo, con un ampio numero di caratteristiche non più trascrivibili sulla base della notazione musicale tradizionale (e dunque problematiche per la musicologia fondata sullo studio delle partiture).

Questo ha portato alla nascita di nuovi modi di ascoltare musica. Per esempio l’ascolto “acusmatico”, cioè l’ascolto disinteressato, che non presta attenzione alla musica (per esempio quando si ascolta una canzone mentre si fa altro). Come evidenziato anche da Umberto Eco in Apocalittici e integrati, inoltre, l’ascolto è diventato solitario, intimo, un tipo di fruizione iniziato con la radio e amplificato dai nuovi mezzi di riproduzione digitale.