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Il 40° anniversario del Macintosh e la storia del computer

Il 24 gennaio è il 40° anniversario del Macintosh. La linea di computer della Apple compie infatti quattro decadi e ha rappresentato una svolta nella storia dell’informatica. Di queste trasformazioni parla il saggio Il computer di Gabriele Balbi e Michela Nacci, pubblicato su L’età moderna di Federico Motta Editore.

Il saggio Il computer di Gabriele Balbi e Michela Nacci, pubblicato su L'età moderna di Federico Motta Editore

Il saggio Il computer di Gabriele Balbi e Michela Nacci, pubblicato su L’età moderna di Federico Motta Editore

L’anniversario del Macintosh e l’evoluzione digitale

Si può dire che il personal computer abbia cambiato il mondo in cui viviamo. Fino agli anni Settanta i computer erano riservati a professionisti e appassionati di informatica, erano complessi da usare e richiedevano discrete conoscenze tecniche. Le cose cambiarono, però, per un’intuizione di Steve Jobs, fondatore dell’Apple, e di altri informatici, che immaginarono un mondo in cui un computer fosse in tutte le case. Come scrivono Gabriele Balbi e Michela Nacci:

il Macintosh, costruito nel 1984 da Steven Jobs e Steve Wozniak (gli stessi inventori di Apple I e II), dà inizio alla progressiva penetrazione del nuovo elaboratore nelle abitazioni private.

In questi giorni si celebra il 40° anniversario del Macintosh, che ha contribuito a cambiare il mondo del computer. I Macintosh della Apple, infatti, avevano un mouse e un sistema operativo a finestre: era la prima volta che calcolatori con queste caratteristiche venivano venduti su larga scala a un grande pubblico. Inoltre, imposero uno standard che persiste ancora oggi: qualunque computer in commercio ha mouse e sistemi operativi grafici a finestre.

I precedenti: storia del computer

Fin dall’antichità gli uomini avevano avuto un sogno: risparmiare agli esseri umani i calcoli complessi. Da qui nacquero ricerche per cercare inventare una macchina che potesse, se non evitare, almeno aiutare gli studiosi nei calcoli. E così, nell’antichità comparvero gli abachi e gli astrolabi, indispensabili ausili per calcoli lunghi e ripetitivi. Nel Seicento, poi, Pascal e Leibniz inventarono macchine per i calcoli. Leibniz, in particolare, pensava che fosse indegno di un uomo perdere ore con calcoli, se questi potevano essere svolti da una macchina.

Bisogna però aspettare l’Ottocento per avere la macchina analitica di Babbage, il primo computer meccanico, che presentava interessanti somiglianze con i moderni calcolatori. Tuttavia queste invenzioni ebbero scarso successo tra i contemporanei. Solo nella seconda metà del XIX secolo, negli USA, ci fu un certo interesse nella pubblica amministrazione per macchine che semplificassero e rendessero più veloci i calcoli. Fu poi nel Novecento che la scienza informatica fece passi da gigante, grazie anche a studiosi come Turing e von Neumann. Il resto, è storia degli ultimi 50 anni.