Luigi Mascilli Migliorini e l’identità europea

In queste settimane la vita dell’Unione Europea è segnata dal processo di rinnovamento della Commissione Europea, per la seconda volta guidata da Ursula von der Leyen. Il percorso che ha portato alla nascita dell’Unione Europea ha radici lontane, così come il dibattito sul concetto di identità europea. Ne parla Luigi Mascilli Migliorini nel saggio L’identità europea per Historia, a cura di Umberto Eco, pubblicato da Federico Motta Editore.

L’identità europea all’epoca delle guerra mondiali

All’inizio del Novecento l’identità europea conosce una fase di crisi. Un vero e proprio spartiacque, come scrive Luigi Mascilli Migliorini, è rappresentato dalla Grande Guerra, che segna una cesura tra due Europe.

Se la prima, nonostante i segni incipienti di malessere, rimane comunque ancorata alla propria eredità strutturale e spirituale, la seconda – quella che segue la catastrofe del 1914-1918 – non ritrova più elementi di certezza ed è costretta, faticosamente e talvolta invano, a ricostruire tutto il lessico della propria identità.

Seguono anni di crisi, durante i quali si instaurano regimi dittatoriali e ideologie come il fascismo, il nazismo e il franchismo. Una crisi che sfocerà nel secondo conflitto mondiale. Ma è anche un’epoca in cui si sviluppano nuove riflessioni sull’identità dell’Europa.

Non a caso la principale riflessione sull’Europa emersa dalla tragedia della guerra – il Manifesto di Ventotene redatto da alcuni intellettuali antifascisti al confino sotto la guida di Altiero Spinelli – si mostra preoccupata di fondare la prospettiva di una nuova Europa fissando precisi elementi di discontinuità con ogni eredità nazionale, in nome di una diversa lettura e una diversa articolazione – il federalismo – della storia del continente.

Verso l’Unione Europea

Tema centrale nel dibattito sull’identità europea è quello di nazione. Da un lato ci sono i sostenitori del modello federalista (su tutti Spinelli), dall’altro invece permane l’idea di un’Europa delle nazioni e delle patrie. Nei Paesi occidentali, nel secondo dopoguerra ci sono i primi tentativi di integrazione economica e istituzionale, con la nascita della CECA. La guerra fredda e la suddivisione tra Occidente e Oriente porta a una revisione generale del concetto di Europa.

I progetti per una Comunità Europea dei padri dell’Unione (Monnet, Schuman) partono da questa situazione per avviare il processo di integrazione europea: nel marzo del 1957 i Trattati di Roma danno vita alla Comunità Economica Europea. Seguono un complesso processo di allargamento e la nascita dell’Unione Europea (1993), in un periodo segnato dalla caduta del muro di Berlino (1989), la fine dei regimi sovietici, la guerra in Jugoslavia. Con il nuovo secolo, come scrive Luigi Mascilli Migliorini

l’identità europea è diventata un tema che comincia a interrogarsi su se stesso, sulla propria fondatezza teorica (quale senso ha la definizione di identità in un mondo segnato da continui attraversamenti e meticciati) e sulla propria fondatezza storica (come costruire un percorso identitario che tenga plausibilmente insieme diversi millenni di storie che cambiano continuamente teatro di azione e protagonisti dell’azione stessa).

Un dibattito che è tuttora in corso, e che inevitabilmente segnerà il futuro dell’Unione Europea e del Vecchio continente.

Luigi Mascilli Migliorini

Luigi Mascilli Migliorini è socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei e ha insegnato storia moderna all’Università L’Orientale di Napoli. Specialista in storia dell’età napoleonica, ha scritto diversi saggi per Historia. La grande storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco. Oltre al già ricordato L’identità europea, è autore de La rivoluzione francese, L’Europa di Napoleone, Le guerre napoleoniche, Il Congresso di Vienna e l’assetto politico dell’Europa.