Salvatore Veca su Marx e il marxismo

Nella storia della filosofia contemporanea un ruolo di primo piano è occupato da Karl Marx. Insieme a Nietzsche e Freud, Marx fu infatti inserito da Ricoeur tra i «maestri del sospetto», perché contribuì a mettere in discussione i principi su cui si basa la realtà. Ne La filosofia di Federico Motta Editore, a cura di Umberto Eco e Riccardo Fedriga, il capitolo su Karl Marx è curato da Salvatore Veca, uno dei più importanti studiosi italiani del marxismo e della filosofia politica.

Marx tra economia e politica

Laureatosi con una tesi sulla filosofia della natura di Democrito ed Epicuro, Karl Marx (Treviri 1818 – Londra 1883) inizialmente aderì alle posizioni della cosiddetta sinistra hegeliana. Ben presto iniziò il percorso che lo portò a maturare una propria riflessione sulla politica e l’economia, destinata a influenzare la filosofia a lui successiva. A Marx, per esempio, si deve il concetto di alienazione, che descrive il senso di estraniazione che caratterizza il rapporto tra il lavoratore e il proprio lavoro nelle economie industrializzate. Sviluppò inoltre una concezione materialistica della storia, secondo cui la dinamica storica è segnata dalla connessione tra lo sviluppo delle forze produttive e i rapporti sociali di produzione. Una concezione che è alla base del Manifesto del partito comunista, firmato con l’amico e collaboratore Friedrich Engels. Questa importante opera ha come suo fondamento

l’idea dello sviluppo storico delle formazioni sociali, caratterizzato dal conflitto e dalla lotta fra le classi sociali sino alla nascita della borghesia, la classe rivoluzionaria della modernità capitalistica che ha lasciato alle sue spalle il vecchio mondo sociale d’ancien régime, ha lacerato i vincoli e le legature della tradizione, ha innescato un impressionante sviluppo della scienza e della tecnica, ha liberato enormi e crescenti forze produttive, ha reso liquido tutto ciò che era stabile nella vecchia società cetuale, ha modellato le idee dominanti e le istituzioni del dominio.

Salvatore Veca sull’influenza di Karl Marx

Ma che cosa resta di Marx nella filosofia del Novecento e oltre? Così scrive Salvatore Veca:

L’enorme influenza che il progetto di Marx eserciterà, nello spazio e nel tempo, sulle vicende politiche e sociali del Novecento è tanto nota quanto controversa. Il secolo breve ha conosciuto un’impressionante varietà di interpretazioni teoriche e pratiche del retaggio del grande pensatore della questione sociale della modernità. E lo spettro di Marx sembra destinato ciclicamente a riemergere, nelle costellazioni di crisi e mutamento. Gioverà, in ogni caso, ricordare che la sua battuta preferita resta “Je ne suis pas marxiste” e che lui, il Moro, non aveva una particolare propensione a stilare ricette per le cucine dell’avvenire.

Salvatore Veca, vita e opere

Salvatore Veca, nato a Roma nel 1943 e scomparso a Milano nel 2021, è stato uno dei più importanti filosofi italiani. Allievo di Enzo Paci e Ludovico Geymonat all’Università di Milano, insegnò filosofia politica all’Università di Pavia e all’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia. Fu inoltre presidente della Fondazione Feltrinelli e della Casa della cultura di Milano. Introdusse in Italia il pensiero del filosofo di formazione marxista John Rawls e scrisse opere su temi legati alla cittadinanza, alla giustizia e alla laicità. Per Federico Motta Editore ha firmato il saggio su Karl Marx nella Filosofia a cura di Umberto Eco e Riccardo Fedriga.