La Bielorussia tra l’età sovietica e il nuovo millennio

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Le proteste in Bielorussia occupano da alcune settimane le prime pagine dei giornali. Ma che cosa sappiamo di questo Paese? I Decenni di storia contemporanea di Federico Motta Editore ci aprono un interessante squarcio sulla storia di questa repubblica nata dalla dissoluzione dell’URSS.

La Bielorussia, la Russia e l’URSS

Per lungo tempo la Bielorussia fu annessa alla Lituania e alla Polonia, e alla fine del Settecento entrò a far parte dell’impero russo. Nel 1902 nacque l’Unione Socialista Bielorussa (Hramada) e la crisi russa del 1905 fece crescere sentimenti indipendentisti in varie aree dell’impero, compresa la Bielorussia. La prima guerra mondiale fece crescere il malcontento nella popolazione: un’insurrezione nel 1918 portò alla nascita della Repubblica Popolare di Bielorussia. Nel 1919 il Paese passò nelle mani dei bolscevichi. Nel 1921 la parte occidentale passò alla Polonia con il trattato di Riga, mentre nella parte orientale si formò la Repubblica Socialista Sovietica, che confluì nell’Unione Sovietica. Il Paese fece parte dell’URSS fino al suo crollo (sebbene durante la seconda guerra mondiale subì l’invasione tedesca).

L’indipendenza e Lukashenko

Il Paese dichiarò la propria indipendenza il 25 agosto del 1991, in seguito al colpo di Stato a Mosca. A segnare i primi anni è però la crisi economica, indotta dalla contemporanea crisi in cui era caduta la Russia. Nel 1994 le prime elezioni presidenziali videro la vittoria di Aleksandr Lukashenko, esponente del partito filorusso. Lukashenko divenne uno dei presidenti più longevi della storia europea: grazie anche a una riforma costituzionale con cui abolì il numero massimo di mandati, ha occupato da allora la carica più alta della Repubblica. Il Paese ha però conosciuto varie difficoltà negli ultimi trentacinque anni. Il disastro di Chernobyl’ del 1986 ebbe gravi conseguenze, poiché si riversarono grandi quantità di radiazioni sul territorio bielorusso. Molti osservatori internazionali hanno poi espresso critiche verso il governo di Lukashenko, accusandolo di non rispettare le libertà civili e democratiche.